Il lavoro, precario, di Fabio consiste nel testare su strada i prototipi di nuovi scooter, gli scooter del futuro. Non importa che tempo faccia fuori, se sia giorno o notte, inverno o estate, asciutto o bagnato, lui è sempre lì, in mezzo al traffico, a percorrere i suoi trecentoquarantadue chilometri per tornare esattamente nel punto da cui è partito. Senza un significato, senza imparare niente, senza un vero perché.
Ex pianista, mancato, di musica classica, orfano di madre e con un padre burbero con cui non riesce ad avere un rapporto sereno, Fabio fatica a sopravvivere alla vita della profonda provincia toscana, ed è un trentenne, solo, tradito, deluso che viaggia nella notte della propria giovinezza, arreso a un cinismo precoce e affamato, talmente avido da impedirgli di sognare un futuro diverso.
L’incontro con Dana, però, rivoluziona la sua vita: la ragazza, con il suo profumo irreale di muschio, abete, incenso affumicato, rosa selvatica, oro, sottobosco, frutti rossi, edera, sconvolge Fabio nel profondo dell’anima e lo obbliga ad affrontare la frustrazione dell’oggi, seducendolo con un domani possibile, più dolce rispetto a quello previsto.
Quando Dana decide di cambiare città per seguire il lavoro a cui ha sempre aspirato, Fabio è costretto a scegliere tra credere in una, poco possibile, vita diversa o arrendersi a un più tranquillizzante fallimento, tipico della sua generazione.
Trecentoquarantadue è un romanzo che parla di crescita e di Mozart, di amore e solitudine, della precarietà del lavoro e dei sentimenti, del nuovo millennio e, più in generale, della natura della vita umana, così grande, eppure talmente piccola, che disorienta per la sua inafferrabilità.
Quando Dana decide di cambiare città per seguire il lavoro a cui ha sempre aspirato, Fabio è costretto a scegliere tra credere in una, poco possibile, vita diversa o arrendersi a un più tranquillizzante fallimento, tipico della sua generazione.
Trecentoquarantadue è un romanzo che parla di crescita e di Mozart, di amore e solitudine, della precarietà del lavoro e dei sentimenti, del nuovo millennio e, più in generale, della natura della vita umana, così grande, eppure talmente piccola, che disorienta per la sua inafferrabilità.
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